Il Made in Germany dell?auto rischia di venire ulteriormente screditato. Dopo il dieselgate che ha coinvolto il gruppo Volkswagen e le pi? dure accuse nei confronti di Daimler, adesso arriva il sospetto dell?esistenza di un cartello tedesco dell?auto, il K5, il club dei cinque.
Lo rivela Der Spiegel,autorevole settimanale tedesco (quello delle copertine ?velenose? nei confronti dell?Italia: una pistola sul piatto di spaghetti...), secondo le cui informazioni sia Volkswagen sia Daimler avrebbero inoltrato una sorta di autodenuncia all?autorit? tedesca sulla concorrenza. Il colosso di Wolfsburg avrebbe ammesso l?esistenza di accordi con una lettera inviata qualche settimana dopo la perquisizione nei propria uffici avvenuti la scorsa estate. All?epoca, tuttavia, gli inquirenti stavano cercando prove sull?esistenza di un cartello sull?acciaio.
Alle aziende che segnalano e forniscono collaborazioni esaustive vengono risparmiate le sanzioni pi? pesanti. Era successo anche a Man, la societ? tedesca controllata dallo stesso gruppo Volkswagen, che aveva evitato la multa comminata dall'antitrust comunitario al cartello dei Tir, con 2,7 miliardi la pi? alta mai assegnata.
Secondo le informazioni di Der Spiegel i marchi coinvolti sono Volkswagen, Audi, Porsche, Bmw e Daimler. Le procedure, che le autorit? dovranno stabilire se e semmai quanto illegali, andavano avanti dagli Anni 90. Non meno di 200 collaboratori dei diversi brand si sarebbero alternati nei diversi incontri. Oggetto degli accordi ci sarebbero stati i fornitori, la tecnica e anche i costi. La rivista ha anticipato online una parte dei contenuti che verranno pubblicati sul numero in edicola domani.
Anche i sistemi di abbattimento dei gas di scarico avrebbero fatto parte degli accordi fra i dirigenti dei vari costruttori che, assieme, solo nello scorso anno, hanno fatturato attorno ai 430 miliardi di euro. Perfino la capacit? dei serbatoi dell?AdBlue, la soluzione brevettata dalla VDA, l?associazione tedesca dei costruttori, avrebbe fatto parte delle intese ?sottobanco?.
I costruttori dovranno lavorare parecchio per non perdere la fiducia dei loro clienti. Da una parte esibiscono bilanci record ? dividendi da record per Daimler e oltre un miliardo ai due azionisti principali di Bmw ? e dall?altra si accordano per definire di comune accordo parametri in 60 diversi gruppi di lavoro. Nei prossimi mesi si capir? se legalmente o meno. E se la pratica era una prerogativa esclusivamente tedesca.
fonte la Stampa
Lo rivela Der Spiegel,autorevole settimanale tedesco (quello delle copertine ?velenose? nei confronti dell?Italia: una pistola sul piatto di spaghetti...), secondo le cui informazioni sia Volkswagen sia Daimler avrebbero inoltrato una sorta di autodenuncia all?autorit? tedesca sulla concorrenza. Il colosso di Wolfsburg avrebbe ammesso l?esistenza di accordi con una lettera inviata qualche settimana dopo la perquisizione nei propria uffici avvenuti la scorsa estate. All?epoca, tuttavia, gli inquirenti stavano cercando prove sull?esistenza di un cartello sull?acciaio.
Alle aziende che segnalano e forniscono collaborazioni esaustive vengono risparmiate le sanzioni pi? pesanti. Era successo anche a Man, la societ? tedesca controllata dallo stesso gruppo Volkswagen, che aveva evitato la multa comminata dall'antitrust comunitario al cartello dei Tir, con 2,7 miliardi la pi? alta mai assegnata.
Secondo le informazioni di Der Spiegel i marchi coinvolti sono Volkswagen, Audi, Porsche, Bmw e Daimler. Le procedure, che le autorit? dovranno stabilire se e semmai quanto illegali, andavano avanti dagli Anni 90. Non meno di 200 collaboratori dei diversi brand si sarebbero alternati nei diversi incontri. Oggetto degli accordi ci sarebbero stati i fornitori, la tecnica e anche i costi. La rivista ha anticipato online una parte dei contenuti che verranno pubblicati sul numero in edicola domani.
Anche i sistemi di abbattimento dei gas di scarico avrebbero fatto parte degli accordi fra i dirigenti dei vari costruttori che, assieme, solo nello scorso anno, hanno fatturato attorno ai 430 miliardi di euro. Perfino la capacit? dei serbatoi dell?AdBlue, la soluzione brevettata dalla VDA, l?associazione tedesca dei costruttori, avrebbe fatto parte delle intese ?sottobanco?.
I costruttori dovranno lavorare parecchio per non perdere la fiducia dei loro clienti. Da una parte esibiscono bilanci record ? dividendi da record per Daimler e oltre un miliardo ai due azionisti principali di Bmw ? e dall?altra si accordano per definire di comune accordo parametri in 60 diversi gruppi di lavoro. Nei prossimi mesi si capir? se legalmente o meno. E se la pratica era una prerogativa esclusivamente tedesca.
fonte la Stampa
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